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Domani Papa Francesco incontra i 250 cappellani delle carceri italiane

Tessitori di giustizia e messaggeri di pace. Hanno scelto questo slogan i 250 cappellani delle carceri italiane che incontreranno Papa Francesco domani mattina in una udienza speciale in Piazza San Pietro. Arriveranno da tutto il Paese, accompagnati dagli agenti della Polizia Penitenziaria e del personale che presta servizio negli Istituti di pena per raccontare al Pontefice che il loro primo impegno è, e rimane, quello di far sì che in prigione ci sia più umanità possibile, fattore indispensabile affinché i detenuti possano reinserirsi nella società.

Saranno circa 11mila in rappresentanza delle 190 case di reclusione, guidati dall’ Ispettore generale dei cappellani delle carceri italiane, Don Raffaele Grimaldi. “Papa Francesco più volte, come Pastore che va alla ricerca della pecorella smarrita, è entrato nelle carceri, in luoghi di sofferenza, di emarginazione e di povertà, per parlare della libertà dei figli di Dio, per incoraggiare al cambiamento, e soprattutto per lanciare un grido di aiuto, con la speranza di porre l'attenzione nelle istituzioni, nella società civile, e verso tutte le comunità cristiane, affinché questi luoghi di dolore, siano per tutti una grande sfida di solidarietà e di civiltà” spiega Don Raffaele.

La folta delegazione presenterà al Papa la Croce della Misericordia, realizzata dalla volontaria Luigia Aragozzini insieme agli ospiti della casa di reclusione di Paliano, il carcere di massima sicurezza in provincia di Frosinone che ospita unicamente collaboratori di giustizia, visitato dal Pontefice il 13 aprile di due anni fa. “E’ una Croce messaggio” riprende l’Ispettore dei cappellani “dove le immagini dipinte richiamano la nostra attenzione su alcuni episodi biblici, la Liberazione di Pietro e di Paolo dalle prigioni, il buon ladrone, e i Protettori, San Basilide (Patrono della Polizia Penitenziaria) e San Giuseppe Cafasso (Patrono dei Cappellani delle carceri). Sul fondo della Croce immagini di bambini con le loro madri in carcere. Questa raffigurazione vuole rappresentare il desiderio, affinché le tante madri con i loro piccoli possano scontare in luoghi alternativi al carcere la loro pena, in modo che, ai loro piccoli, loro malgrado, non venga tolta la speranza”. La Croce della Misericordia verrà benedetta dal Papa e verrà portata in pellegrinaggio negli Istituti di tutta Italia. 

Occuparsi di amministrazione della giustizia, senza mettere al centro di tutto la pena, e cioè il carcere, è l'obiettivo di tutti i cappellani. Incontrando i detenuti, ascoltando i loro desideri, i loro sogni per il futuro, stabiliscono una relazione che, prima di tutto, toglie tante donne e tanti uomini dalla solitudine. Ma è anche un modo per dare valore a queste persone e far partire così un cammino di accompagnamento verso il cambiamento, che, con pazienza, e a volte qualche ricaduta, realizza una vera rieducazione.

“Sarà certamente un raduno di comunione, per vivere ancora di più il nostro senso di appartenenza ad una grande famiglia che lavora per fasciare le ferite di molti uomini e donne privati della loro libertà personale” sottolinea Don Grimaldi. “Sarà soprattutto una giornata per ascoltare, dalla viva voce del Successore di Pietro, parole di speranza e di sostegno per il nostro servizio non facile. La criticità delle nostre strutture, a causa del sovraffollamento, carenza di personale, creano grande difficoltà nello svolgere con serenità il delicato compito a cui sono chiamati tutti gli operatori penitenziari”. Al termine dell’udienza i Cappellani doneranno a Francesco una icona sacra, opera di un artista copto egiziano, raffigurante il volto di Cristo. 

(fonte: vaticannews.it)